Vivace eppure delicata ed armonica, Piazza fontana è uno dei luoghi del cuore per i taurisanesi. Qui infatti si trovano due dei simboli più importanti della città: il Santuario della Madonna della Strada, caro e amato per la venerazione religiosa, per la sua storia e il valore artistico, e la fontana monumentale realizzata negli anni quaranta del ‘Novecento.
Nonostante la grandezza contenuta della piazza, è un luogo di ritrovo per ragazzi e anziani ed è un luogo di festa, non solo l’8 settembre giorno in cui si celebra la Madonna della strada che è raffigurata da una statua, posta su un alta colonna e posizionata al centro della piazza.
Dal punto di vista storico e artistico il Santuario della Madonna della Strada è il più importante monumento di Taurisano e tra i più importanti della provincia leccese. La sua costruzione è legata ad una credenza religiosa e all’apparizione della Madonna ad un mercante e proprio da questo deriva l’intitolazione alla Madonna della Strada. Risale ad un periodo compreso tra il XIII e il XIV sec. ed è uno dei più illustri esempi di arte Romanico Pugliese, accomunate ad altri luoghi sacri coevi come la Basilica di Santa Caterina d’Alessandria a Galatina, la chiesa di San Nicolò e Cataldo a Lecce e la chiesa di San Domenico a Taranto.
L’assenza di blocchi di riuso e le dimensioni del santuario consentono di ipotizzare che la chiesa abbia avuto una nobile committenza. Secondo gli studi del dott. Stefano Cortese, che si è interessato più volte al santuario, il committente di questo luogo sacro si troverebbe sepolto nella chiesa tarantina di San Domenico.
Il Santuario è situato in una delle arterie centrali della città e questo non è un caso perché si trova proprio lungo la strada che i pellegrini percorrevano per arrivare alla Basilica di Santa Maria di Leuca.
Un prezioso portale
Del Santuario colpisce fin da subito la ricchezza dei decori che impreziosiscono la facciata centrale. Due colonne accostano il portale, con dei capitelli in cui è stata scolpita due volti virili, uno dei quali coronato. Oggi non si possono riconoscere ma si suppone che siano le raffigurazioni di due volti noti nella storia biblica come Davide e Re Salomone. Le colonne sono sormontate da un due animali simbolici, accovacciati: un leone ed un toro, quest’ultimo in particolare nella cultura ebraica è il simbolo del sacrificio per l’espiazione dei peccati degli uomini. Il portale è realizzato con tre fasce scolpite da decori con motivi geometrici e richiami vegetali che incorniciano un basso rilievo che raffigura l’Annunciazione di Gabriele e Maria. Sopra essa una lunetta che in passato probabilmente era affrescata. Fuori dal portale e sopra la cuspide a spiovente si nota un elemento di grande pregio per la sua rarità, si tratta di un Agnus Dei con all’interno incisa la formula della Salutatio dell’Arcangelo Gabriele alla Madonna scritta in caratteri greci.
Il rosone completa la bellezza della facciata, con i suoi tre anelli concentrici di cui uno richiama il motivo del portale e nel secondo si intravedono i volti dei dodici apostoli con la figura di Cristo al centro.
Anche nella facciata laterale non mancano elementi di grande importanza, uno tra questi è la finestra bifora che si trova proprio sopra l’ingresso e su cui si intravedono tracce di affreschi. La meridiana, che si trova poco più avanti, è unica nel suo genere in tutto il meridione d’Italia. Risale //ad un periodo che va dal 1320 al 1380 e si legge la frase Gesù Cristo vince scritta in greco.
L’atmosfera mistica avvolge il fedele fin dall’ingresso, contribuisce sicuramente la luce soffusa, il candore della pietra leccese con cui è stato realizzato l’altare e il legno scuro dei banchi e della stretta scalinata che conduce su un soppalco su cui si trova l’organo seicentesco.
Tra le tele sono di grande pregio quella di San Carlo Borromeo e di Santa Maria Maggiore, restaurate di recente e quella che raffigura il miracolo di Santa Maria della Strada, opera di Francesco Tempesta. Anche il patrimonio statuario è molto importante, composto da opere in cartapesta dell’Ottocento tra cui è di primaria importanza la statua che raffigura la Madonna della Strada.
Gli scavi del 2004
Nel 2004 sono stati realizzati alcuni importanti scavi a cura del laboratorio di archeologia medievale dell’Università del Salento. Grazie a questi scavi è stato possibile mettere in luce le diverse fasi di costruzione del santuario e sono emerse anche diverse tombe, che evidenziano come la chiesa sia stata utilizzata come cimitero. Basandosi sul tipo di tomba è stato possibile evidenziare che l’uso cimiteriale ha coperto un arco temporale che va dal basso medioevo al periodo post medievale. Si tratta certamente di tombe che fanno di persone appartenenti all’antica comunità di Taurisano e non di pellegrini.
In un antico passato un fitto bosco cingeva l’abitato di Taurisano, tanti erano i mercanti che lo attraversavano per dirigersi verso Veretum o verso Santa Maria di Leuca. Un giorno si trovò a passare di lì un mercante di oggetti preziosi ma mentre attraversava la boscaglia si è abbattuta su di lui un violento temporale. Spaventato e indifeso cerco rifugio ma mentre la pioggia lo flagellava venne circondato da una banda di briganti, con l’intenzione di derubarlo.
L’uomo non aveva nulla per proteggersi e solo nel bosco sapeva che nessuno avrebbe potuto aiutarlo, preso dalla disperazione, con la pioggia che gli annebbiava la vista, si lasciò andare a terra e inginocchio iniziò ad invocare l’aiuto della Madonna. Pregava e pregava, mentre i briganti in cerchio lo deridevano, quando all’improvviso una quercia lì vicino iniziò a brillare nell’oscurità. Il volto della Vergine comparve tra le fronde del maestoso albero, con in braccio il bambino Gesù. I briganti impauriti dall’apparizione divina, fuggirono via in poco tempo e il temporale cessò in pochi minuti. Il mercante, finalmente solo e salvo dalla tempesta, potè riprendere il suo cammino, giurando a se stesso e alla Madonna che avrebbe trovato il modo di renderle grazie. Una volta fuori dal bosco l’uomo costruì una cappella intitolata alla madonna della strada, fede sciogliere gli oggetti che aveva e con l’oro realizzò una corda con cui cinse la costruzione.
Il nastro e la famiglia ducale
Arrivarono le guerre e la famiglia ducale decise di impegnare il prezioso nastro per far fronte alle spese belliche. Al suo posto venne messo un nastro d’argento ma con l’ampliarsi della cappella è stato sostituito con un nastro rosso di cera, che esiste tutt’ora. In passato veniva usato per cingere la chiesa in occasione della festa della Madonna della Strada, l’8 settembre ma con il passare del tempo anche questa usanza è venuta meno.
La leggenda del mercante e della Madonna della strada affonda le radici nel medioevo ma Taurisano è molto legato a questo culto e si racconta che sia stata di nuovo la Madonna della Strada ad essere intervenuta per salvare l’abitato quando nel ‘Cinquecento è stato minacciato da una temibile epidemia di peste che ha colpito i paesi vicini.
La fontana monumentale è testimone privilegiata della storia di Taurisano nell’ultimo secolo, ha visto da vicino la fame e la paura che ha abbracciato gli abitanti durante la seconda guerra mondiale e la gioia per la fine del conflitto. Ha visto le trasformazioni della sua piazza, con il palazzo Stasi alle spalle, segnato l’incedere costante del tempo. Alla sua acqua si è abbeverato un elefante scappato dal circo e da sempre l’accarezzano le mani degli anziani, increspate dal lavoro al freddo, che la sera si ritrovano attorno al suo marmo e si scambiano parole leggere, racconti in bianco e nero, come le foto del tempo passato e le vogliono bene come ad un vecchio amore.
Il fascio littorio sulla scalinata che le da le spalle, sta lì a ricordare che la fontana risale proprio a quegli anni. Era il 1940, l’Italia stava per entrare in guerra, e l’acquedotto pugliese ha voluto omaggiare con questa fontana Don Nicola Lopez y Royo dei duchi di Taurisano che a quel tempo presiedeva la Provincia di Lecce. È stata realizzata in marmo di trani, dalle tinte chiare e con una fascia oggi color azzurro pastello.
Nel 1984 alcuni marmi sono stati sostituiti durante i lavori di restauro. La fontana siede su un punto di grande prestigio storico, un antico frantoio ipogeo del ‘Cinquecento, ricavato da una grotta carsica che un tempo era stata utilizzata anche come tomba funeraria.