Palazzo Ducale

Piazza Castello

Palazzo Ducale

Le linee del Palazzo Ducale di Taurisano sono quelle disegnate dal tempo e dalla storia, voluto dalla famiglia Ducale che ha abitato tra le stanze ampie e decorate di questo luogo, oggi adibito a Municipio.

Il Palazzo della storia e del potere

Questo è sempre stato il luogo del potere, insomma, fin dai tempi del Palazzo Vecchio. Così lo chiamano gli abitanti quel palazzo di cui oggi restano solo ricordi vaghi, costruito dalla famiglia De Taurisano nell’epoca in cui il Sud Italia era sotto la dinastia degli angioini. Parliamo di un secolo, il XIII, in cui la necessità era solo quella di difendersi dalle scorrerie dei saraceni. Così il palazzo doveva essere austero ed imponente, perché aveva il compito di difendere l’abitato. Come chi non ha più ragion d’esistere, il Palazzo Vecchio è stato poi demolito a più riprese. Di lui oggi resta solo un arco romanico, incastonato nelle sale del lato destro. Di quest’arco emerge dal tempo il candore tenue della pietra leccese, i motivi arabescati, alternati ai basso rilievi delle foglie d’acanto e alla raffigurazione di piante ed animali. Decori che richiamano al portale del Santuario della Madonna della Strada, costruita nello stesso periodo.

Torre Gattinara – Lignana

Si erge sull’abitato circostante la torre quadrata annessa al palazzo. Con la sua altezza di circa venti metri, la torre è stata voluta dalla famiglia Gattinara – Lignana, per proteggere l’abitato. Risale anch’essa al periodo angioino ma ha uno stile normanno, con le sue finestre con arco a tutto sesto che decorano il piano superiore. In origine la torre non era intonacata, è stato solo nel 1663 quando la famiglia Lopez y Royo ha acquistato il feudo dai De Castro che si è scelto di intonacarla.

La famiglia Lopez y Royo e la costruzione del palazzo

Proprio dalla famiglia Lopez y Royo parte la realizzazione del palazzo così come oggi lo conosciamo, composito e articolato. Nel ‘Settecento la situazione del palazzo non era dei migliori, nel 1733 Bartolomeo, figlio cadetto dei baroni Lopez y Royo che al tempo risiedevano a Monteroni, decide di stabilirsi a Taurisano. Si rende però subito conto che è necessario avviare dei lavori di adeguamento del palazzo. È stato per sua volontà che è stato costruito il lato sinistro del palazzo e la cappella intitolata alla Madonna Consolata, conosciuta oggi come Cappella di San Nicola.

Qualche anno più tardi, nel 1770 il duca Michele avvia la costruzione del lato destro del palazzo. Il palazzo allora era costruito da due blocchi separati che vengono unificati solo nel 1843 quando per la prima volta Nicola Lopez y Royo, decide di stabilirsi a Taurisano, dopo aver sposato donna Giuseppina Colona e aver avviato il ramo taurisanese della famiglia nobiliare.

L’unione dei due blocchi oggi coincide con l’arco a tutto sesto che segna l’ingresso dell’atrio palazzo ducale e di quello che in passato era il giardino di delizia che insieme al bosco millenario è stato smembrato nella seconda metà degli anni Cinquanta del ‘Novecento. Nell’atrio si possono ancora vedere gli ingressi dei due lati, arricchiti da decori e dagli stemmi della famiglia Lopez e delle famiglie con cui si è imparentata e la croce dei cavalieri di Malta, di cui la casata è stata insignita nel 1664.

Il giardino di delizia

Dall’atrio interno si accedeva un tempo al giardino di delizia e il bosco millenario, dove il duca per diletto cacciava e custodiva specie vegetali di pregio. All’interno del bosco il duca aveva fatto scavare un laghetto artificiale, conosciuto ancora oggi come “il mare”, perché riempito con acqua salata. L’acqua veniva trasportata da Torre San Giovanni e Taurisano per mezzo dei cosiddetti traini, cioè carretti costruiti in legno dagli artigiani locali. Nel laghetto, profondo circa tre metri, e circondati dalla vegetazione del bosco, si erano formati anche due isolotti.

Gli interni del palazzo

Le sale interne del palazzo sono impreziosite da tempere dai colori pastello, realizzati dal pittore Della Gatta nel XVIII secolo. La sala di rappresentanza, oggi sala della giunta comunale, è arricchita da delicate pitture raffiguranti putti, dame e soggetti floreali. Nelle sale del lato di destra, incastonate in alcune formelle dipinte, si possono ammirare alcuni scorci raffigurati del bosco e del giardino di delizia.

 

Una piccola corte interna era in passata annessa al palazzo, oggi invece si accede da un arco incastonato tra la chiesa di San Nicola e via Concordato. Oggi è un vicolo cieco e silenzioso, quasi estraneo al centro storico di cui è cuore pulsante. In questo piccolo angolo urbano due estremità lambivano il palazzo, mentre altre due si trovavano le abitazioni dei contadini, cioè dei coloni della famiglia ducale.

Un piccolo gioiello prezioso che in pochi conoscono e che è custodita proprio qui è finestra seicentesca con decori in stile rinascimentale.

 

L’ultimo duca di Taurisano è stato don Alessandro Lopez y Royo, conosciuto in paese come “u signurinu” perché è sempre rimasto scapolo, deceduto nel 1957 dopo una lunga malattia. In seguito alla lettura del testamento gli eredi hanno ritenuto opportuno donare il Palazzo ducale al Comune di Taurisano e al parroco, che tutt’ora risiede in un appartamento interno del palazzo.

La cappella privata della famiglia ducale

Com’era usanza nel tempo delle signorie e dei ducati, la famiglia che deteneva il potere aveva un suo luogo di culto, lontano da quello del popolo. I duchi a Taurisano avevano la Cappella della Madonna Consolata che da quasi trecento anni questo piccolo luogo di culto guarda indisturbato ai passi lenti e all’andirivieni di una piazza che è cambiata con lo scorrere del tempo. È stata costruita nel 1733 per volere di Bartolomeo Lopez y Royo, nello stesso periodo in cui è stata realizzato il lato est della dimora signorile. La cappella è incastonata nel prospetto del palazzo ducale. Il portale è racchiuso tra due alte paraste con capitelli corinzi mentre in alto, a proteggere la piazza, si trovano i bassorilievi di San Gabriele e San Raffaele.

Al suo interno

Al suo interno si trova l’altare maggiore, racchiuso tra un arco a tutto sesto e due colonne tortili con capitelli corinzi e una piccola storia. La racconta la statua in cartapesta della Vergine della Consolazione che indossa un vestito di gemme. Un abito di un eleganza insolita, dono della duchessa madre alla Madonna come ringraziamento per aver salvato una sua serva, caduta accidentalmente dentro una botola nascosta sopra la torre. Accanto alla Vergine si trova anche la statua della Madonna Desolata.

Nelle tele sono raffigurati Sant’Alessandro, situato al centro dell’altare, e poi due tempere novecentesche in cui sono stati raffigurati Sant’Antonio da Padova e San Francesco d’Assisi.