Chiesetta di Santo Stefano

chiesetta di Santo Stefano

La piccola chiesa di Santo Stefano è stata costruita nel punto in cui nel medioevo sorgeva l’antica contrada che portava il nome del santo. Quella che oggi vediamo non ha quasi nulla della costruzione originale del 1654 che è stata più volte ampliata e rimaneggiata, fin quando nel 1796 è stata demolita gran parte della prima costruzione, ormai pericolante, e al suo posto è stata realizzata la chiesa attuale grazie alla presenza dei blocchi di pietra tufacea locale.

La facciata è molto semplice e lineare con una cuspide che richiama i templi cristiani e un tetto con tre volte a spigolo. Una nicchia è accoccolata sulla porta d’accesso e accoglie il dipinto del santo, inginocchiato, su uno sfondo che richiama i paesaggi palestinesi.

La statua in cima invece è stata collocata sul finire dell’ottocento e in pochi sanno che non si tratta di Santo Stefano, patrono di Taurisano, ma per un errore è stata posizionata la statua in pietra leccese di San Carlo Borromeo, come si può intuire dagli abiti tipici del santo. Allo stesso periodo storico risalgono le campane e il coro per l’organo, opera di un artista originario di Maglie.

È del 1894 invece la statua che raffigura il santo titolare, Santo Stefano, primo martire cristiano. Si racconta che nella palma del martirio tra le mani del santo, si trovi una scheggia di una delle pietre con cui è stato lapidato il santo.

Una reliquia ossea del patrono è conservata in un reliquiario in argento, risalente al ‘Settecento, ed esposto alla devozione dei fedeli nei giorni in cui festeggia Santo Stefano, il 3 agosto in occasione della festa patronale e il 26 dicembre.

Dal 1780 la chiesa è intitolata anche all’Immacolata concezione e da allora qui ha sede la confraternita laica intitolata proprio a Santo Stefano e all’Immacolata. Era usanza in passato che i nuovi confratelli durante la cerimonia di investitura indossassero le pisare, conosciute anche come “Pietre del perdono” per l’espiazione dei peccati, oggi non si usano più ma sono ancora custodite nella chiesa.