La letteratura, i libri, sprigionano armonie calde e accoglienti e che avvolgono chiunque varchi l’ingresso della biblioteca di Taurisano, intitolata allo studioso Antonio Corsano. Si trova su via Roma, in uno storico palazzo dalle linee essenziali, che in passato è stato anche sede del municipio. Proprio di fronte al suo ingresso si trovava il Teatro Lopez, che con i suoi spettacoli allietava la vita della cittadina.
Gli ambienti del piano terra sono dedicati alla letteratura per l’infanzia, ricca, colorata e con una selezione accurata, rende la biblioteca un luogo molto frequentato dai bambini. La sala più grande è destinata alle presentazioni di libri e ai momenti di incontro come eventi ed iniziative locali.
L’intima atmosfera è tra i beni più preziosi del piano superiore, dove si può respirare il senso vero delle lettere e degli studi. La narrativa per adulti è custodita in un labirinto di legno e libri, diviso per sezioni e temi, un patrimonio librario che si può scoprire girovagando tra le librerie, alla scoperta di pubblicazioni che vanno dai classici fino alla letteratura e alla saggistica più contemporanee, dalla storia alla poesia, passando per la filosofia e la narrativa, per giungere alla saggistica e alla letteratura locale.
Al piano superiore sono custoditi anche i tre più grandi gioielli della biblioteca, i fondi librari del professor Antonio Corsano, del professor Francesco Politi e del professor Giovanni Papuli.
Stanze del cuore che trasudano amore e passione per la filosofia e la letteratura. Accoccolati tra libri antichi e manoscritti preziosi è possibile studiare, nel silenzio che accoglie e ama.
Antonio Corsano è sicuramente uno dei più illustri studiosi di Taurisano, nato nel 1899 proprio in questa città del Sud Salento.
È stato un giovanissimo soldato durante la prima guerra mondiale e poi ha rivolto tutta la sua vita agli studi filosofici, primi fra tutti quelli dedicati a Giordano Bruno. Per le sue pubblicazione la città di Nola gli è stata così riconoscente che lo ha reso cittadino onorario. Ma Antonio Corsano è stato veramente un uomo dalla cultura sconfinata, oltre che docente universitario prima a Napoli e poi a Bari, è stato proprio grazie al suo operato che è stata fondata a Bari la Facoltà di Lettere e Filosofia presso l ‘Università degli Studi di Bari e nel 1967 ha fondato e poi diretto il Seminario di storia della scienza.
Non si contano le lodi e gli onori per questo illustre figlio di Taurisano, caro amico di Benedetto Croce e dei più importanti studiosi del ‘Novecento, apprezzato anche dai ministri alla cultura di quegli anni.
È stato anche uno scrittore lenzioso ma molto prolifico, ha realizzato circa duecentocinquanta pubblicazioni su grandi filosofi come Leibeniz, Vico, Campanella e il concittadino Giulio Cesare Vanini.
È una delle anime più delicate e nobili che ha toccato la terra di Taurisano, in cui è nato nel 1907 e in cui ha vissuto fino all’età di quindici anni, quando poi è stato necessario per lui trasferirsi altrove per motivi di studio.
È nato in una famiglia colta e agiata del primo ‘Novecento ed era sua la responsabilità e il peso di portare avanti una tradizione di lustro e splendore della famiglia. Dopo la laurea in Lettere e filosofia all’Università di Firenze è stato per un breve periodo insegnante di liceo e poi ha deciso di intraprendere la carriera diplomatica. La svolta nella sua vita è avvenuta dopo un soggiorno in trentino, in cui ha scoperto un profondo amore per la lingua tedesca. Dopo averla studiata ha deciso di trasferirsi nel Nord Europa ed è diventato direttore di alcuni tra i più importanti istituti di cultura italiana.
Nonostante le imposizioni rigide della sua carriera, in Francesco Politi germoglia con il tempo il seme della poesia, un seme che ha coltivato con amore e passione, dedicandosi in una prima fase alla poesia tedesca, in particolar modo, ma anche inglese e francese. Non ha mai reciso il suo legame con Taurisano, nonostante tornasse a casa solo poche volte l’anno.
Partendo da questo filo rosso che lo legava alla sua terra, ha iniziato ad interessarsi al dialetto come lingua che può essere anche strumento per la poesia. Pian piano ha iniziato le traduzioni in vernacolo di alcuni dei più grandi poeti stranieri, convinto, più di ogni cosa, che la poesia avesse una lingua universale e che anche i più grandi autori parlassero e scrivessero come tutti gli altri.
È stato un germanista, un poeta, un intellettuale, promotore della cultura italiana soprattutto in Germania. Un anima sensibile come poche, innamorato degli animali e profondamente spirituale. Legato a doppio nodo alla sua Taurisano, che custodiva nel suo grembo i suoi genitori e i suoi ricordi più felici. Francesco Politi è venuto a mancare a Roma nel 2002, aveva novantaquattro anni e da allora riposa a Taurisano, nella terra che per lui è sempre stata casa.
Giovanni Papuli è nato e ha vissuto a Lecce, eppure ha sempre avuto un legame intenso con Taurisano, fin da quando studente di filosofia all’Università di Bari seguiva le orme carismatiche di Antonio Corsano.
Dopo una breve esperienza da docente nel liceo Palmieri di Lecce, ha intrapreso la carriera accademica come docente di Storia della Filosofia presso l’Università del Salento. Una carriera brillante che lo ha portato a ricoprire ruoli prestigiosi, non ultimo quello di Preside della facoltà di Lettere e Filosofia.
Chi lo ha conosciuto lo ricorda come un uomo integerrimo, votato interamente allo studio e alla filosofia, verso cui aveva un amore profondo. Alla sua voce di studioso Taurisano deve molto, tanti negli anni sono stati i suoi contributi tesi ad indagare la figura e il pensiero di Giulio Cesare Vanini, filosofo cinquecentesco nato a Taurisano e morto a Tolosa. Gran parte dei suoi studi si può trovare nel volume Studi Vaniniani, edito nel 2006 da Congedo editore.
L’ultimo scritto del professor Papuli risale al 2011, un commosso saluto a Andrzej Nowicki, filosofo polacco, come lui appassionato studioso di Vanini. Un anno più tardi anche il professore Giovanni Papuli lasciava i suoi affetti e questa terra.
I suoi familiari hanno voluto donare alla biblioteca di Taurisano il suo fondo librario, che comprende edizioni cinquecentine e seicentine di grande pregio e l’arredamento del suo studio.
Ugo Orlando è una delle figure più care e amate di Taurisano, per la sua persona di cui tanti ancora conservano nel cuore un bellissimo ricordo ma anche per i suoi versi, attraverso i quali ha raccontato la Taurisano del primo ‘Novecento. Lo ricordano come “il poeta del riso e dell’allegrezza” ma Mastro Scarpa, questo il suo pseudonimo letterario, era molto di più.
Un’infanzia complicata
La sua infanzia trascorre con qualche difficoltà, la morte del padre quando era ancora bambino lo lascia con un amaro in bocca che porterà sempre nel cuore. Non conclude il ciclo elementare, come desiderava la sua mamma, ma solo a quindici anni nasce in lui il germoglio delle lettere e inizia a comprendere l’errore fatto. Per rimediare comincia a leggere, macina volumi su volumi si appassiona alla lirica e alla poesia, come dimostrano i nomi che dà ai suoi figli più grandi: Dante e Luigi Omero.
Con il tempo il suo amore per la lettura inizia a trasformarsi e diventa passione per la scrittura. Inizia a scrivere le sue prime opere. Scrive, scrive e scrive e poi distrugge tutto, perché al cospetto dei grandi scrittori, come Leopardi che tanto ammirava, lui si sente piccolo e le sue opere imperfette. Agli anni Quaranta risale il dramma in quattro atti I due gemelli, messo in scena più volte fino al 1963, quando è stato perso il libretto.
È stato soldato nella seconda guerra mondiale e proprio negli anni del conflitto è diventato un infermiere, professione che ha svolto poi per tutto il paese, dopo essere stato per un periodo un calzolaio.
il calzolaio poeta
Nel 1954 pubblica la sua prima raccolta poetica Ore di Ozio, verranno poi Pastello, Non sempre la luce viene dal sole, Non è mai tiempu persu, Cose te casa noscìa, Fame, focu e fantasia te l’anni verdi, L’atmosfera che vi accompagnerà a ridere, Fascinu e fiuti te tanti culuri. Quest’ultima raccolta, pubblicata nel 1991, è in realtà composta da molte ripublicazioni e poche poesie originali. Mastro Scarpa negli ultimi anni sente di aver smarrito la musa e di aver persona quell’originalità che lo ha contraddistinto nelle opere giovanili. È ormai anziano e prevale in lui un sentimento amaro che lo porta a guardare con diffidenza ai costumi che stanno cambiando ma anche alla morte.
Ugo Orlando morirò qualche anno più tardi, nel 1995 e riposa nel cimitero di Taurisano, sempre accompagnato dai suoi versi.